HANDLING

Cos’è l’handling e perché ultimamente se ne parla tanto? Con la parola handling si intende l’insieme delle tecniche utili per presentare un cane in un’esposizione cinofila e tutto quello che consegue: conoscenza della morfologia e indole di ogni razza, tecniche di grooming e toelettatura, allenamento, addestramento, organizzazione dei viaggi all’esposizioni, rapporti umani professionali e non.

La funzione della struttura di un cane è legata allo scopo per il quale i soggetti di quella razza sono stati selezionati. I criteri di selezione di ogni singola razza sono descritti dallo Standard. Lo scopo zootecnico delle manifestazioni è di valutare ogni soggetto in base al proprio standard di razza e di scegliere il miglior rappresentante per quel giorno. Lo standard è un insieme di parametri che definiscono l’ideale morfologico e funzionale dei soggetti di ogni singola razza. Per questo motivo la struttura di un cane è considerata bella se è funzionale a uno scopo. Attraverso un confronto tra soggetti prima simili per sesso ed età, poi per razza e infine attraverso il confronto tra soggetti eccellenti di razze diverse, il giudice ha la preziosa opportunità (e responsabilità) di individuare i criteri di pressione selettiva verso cui indirizzare le varie razze, a tutto vantaggio reciproco uomo-cane. Come ogni strumento, anche il meccanismo delle esposizioni non è immune da un utilizzo scorretto. Questo non toglie valore allo strumento nella sua sostanza ma, anzi, dovrebbe spingere a porre sempre maggiore attenzione ai criteri etici di benessere del cane e della razza. Le culture che hanno prestato maggiore attenzione alle tecniche di handling, sviluppando maggiormente la disciplina, sono state quelle dei paesi anglosassoni, USA in testa. Per tradizione i paesi anglosassoni sono portati a pensare alle esposizioni zootecniche come ad attività sociali in cui bisogna avere un’aria rispettabile. Occasione per rendere fondamentale dunque la preparazione del cane, in ogni sua sfaccettatura: dalla morfologia, alla toelettatura, al mostrare un cane felice e contento di relazionarsi con il proprio conduttore. Avere un buon handling, cioè padronanza delle tecniche e conoscenza del cane, è ormai considerata una competenza fondamentale in tutto il mondo. Molti ritengono, erroneamente, che questo renda le esposizioni cinofile più frivole e tendenti allo show, meno alla cinotecnica. Al contrario! Il vero handling non consiste nell’abbigliarsi in modo elegante e fare quattro corsette aggraziate in ring, cioè lo spazio delimitato entro il quale i cani sono presentati e valutati dal giudice. Ottimi risultati e la costanza delle conferme si ottengono solamente conoscendo a fondo gli standard di razza, la cinognostica, il comportamento canino e dopo aver raggiunto un ottimo feeling con il cane da presentare in expo. In passato le attività cinofile erano poche. Sfogliando i vecchi libri sui cani si trovano i capitoli riguardanti le razze, la salute, il comportamento. Nella sezione delle attività in passato c’erano solo la caccia, l’obbedienza e le esposizioni. Adesso esistono tantissime discipline come l’agility, il disc dog, il mondioring e molte altre, e i testi sull’argomento sono numerosi e ricchi. Purtroppo, non di pari passo si è evoluta la cultura divulgativa in merito alla disciplina espositiva. Non si parla più delle esposizioni come di attività da fare insieme al proprio cane e si tende a sottovalutarne l’aspetto selettivo che dà alle razze e il ruolo che assume nella struttura della relazione con il cane. E questo è un vero peccato. Esporre significa lavorare con il proprio cane ogni giorno fin da cucciolo, socializzarlo in modo adeguato e studiare la cinognostica in modo approfondito. Peccato che, ultimamente, siano considerate come valide e degne di attenzione e rispetto solo le altre discipline sportive e si tende a considerare in modo negativo l’attività espositiva che, nell’immaginario collettivo, tende ad apparire solo come una serie di eventi frivoli per padroni desiderosi di coppette. A volte, è innegabile, per alcuni la frustrazione per aver “mancato la coppetta” è tale da scatenare reazioni poco lodevoli. Osservando superficialmente è facile confondere queste reazioni, a volte biasimevoli, con la sana delusione di chi ha investito tempo e denaro, facendo rinunce importanti, magari a causa del possibilissimo errore umano. Si tende a fare di tutta l’erba un fascio e a dimenticare che se per alcuni una expo ogni tanto è uno sfizio o un’esperienza interessante, per altri è un vero e proprio investimento che ha costi in termini economici e umani. Esporre un cane in modo corretto non è semplice. Sfido qualsiasi binomio, anche il più affiatato, a provare ad entrare in un ring di una esposizione in modo sicuro e con il conduttore che esalta i pregi del proprio cane, senza mortificarne le qualità di razza e senza l’adeguata preparazione e competenza. La preparazione per le esposizioni, come tutte le altre discipline cinofile realizzate in modo professionale, ha effetti non solo in ambito espositivo, ma a 360 gradi su tutta la vita del cane. Basti ricordare che le competenze acquisite dai cani preparati correttamente alle expo, sono decisamente notevoli, in particolare se paragonate alla media dei cani “di casa”. I cani correttamente dressati e inseriti nel contesto, acquisiscono competenze nell’essere rilassati durante grooming e toelettatura, tollerare gli estranei, accettare gli altri cani, una condotta al guinzaglio corretta, conoscono il loro nome, sanno stare nel kennel, viaggiano senza problemi ovunque, sono abituati agli alberghi, sono abituati a farsi toccare senza reagire e tanto altro ancora. La media dei cani “di casa” non è capace di fare la metà di queste cose. L’effetto della preparazione non è solo quello di esaltare il cane nel ring ma anche quello di fornirgli strumenti preziosi per il suo benessere ed equilibrio. Come tutti i cani lavoratori, anche il cane da expo quando ha chiaro cosa fare ed ha punti di riferimento stabili è pronto ad esprime al massimo il suo potenziale. L’handling è proprio questo: entrare in un ring felici di farlo e con un cane che è felice anche lui e mettendo in risalto le qualità morfologiche e caratteriali del proprio cane. Il miglior handler è colui che non si nota in ring, perché mette al centro dell’attenzione il cane che presenta. Come s’impara a presentare un cane in esposizione? Un bravo handler è colui che osserva. Osservare non è semplice. Per imparare a farlo, cosa non facile, bisogna capire come e cosa guardare. Dunque si deve imparare a osservare i cani, come sono costruiti, come si muovono e come reagiscono ai diversi stimoli. E’ bene osservare anche come gli altri presentano, se lo fanno bene o male e basandosi sul risultato di queste scelte, si può dedurre cosa si deve fare e cosa no. Un’ottima cosa è avere anche qualcuno che ci dia dei consigli e ci guidi. Per questo si possono seguire dei corsi e/o affiancarsi a dei professionisti. Questi conoscono molti “segreti” del mestiere e hanno esperienza con cani di varie razze. Se invece ci piace una razza in particolare o un gruppo ristretto, la cosa migliore è farsi aiutare da allevatori esperti che presentano i propri cani da anni con ottimi risultati. Inoltre è buona norma arricchire la propria libreria (e cultura personale) con testi specifici sulla presentazione del cane nel ring, la cinognostica e le basi di etologia del cane. Quando si decide precocemente di intraprendere questa strada si può partire, come fanno in molti, dalla figura dello junior handler. Si tratta di vere e proprie presentazioni di cani iscritti ad una esposizione ma presentati da bambini e ragazzi. Il comportamento dei giovanissimi presentatori è valutato da un giudice e i più bravi sono premiati ufficialmente. Questo è un modo facile per imparare ad avere confidenza con il ring, anche se molte figure dello junior handling non sono realistiche, ma sono delle “esasperazioni” fatte per valutare chi è realmente più sciolto e capace in ring. Inoltre, spesso per lo junior handling i ragazzi presentano cani altrui, dressati e toelettati da altri, altra cosa distante dalla realtà della disciplina. Quando si va in expo, siamo noi che dobbiamo toelettare il nostro cane e averlo preparato e dressato prima. Come per qualsiasi cosa nella vita, bisogna partire con umiltà, accettare i consigli e le sconfitte, essere obiettivi con se stessi e dedicarsi con impegno a questa disciplina cinofila che può portare veramente molte soddisfazioni. Che cane presentare? Come funziona? Innanzitutto il proprio! Che sia bello o brutto, non c’è cosa migliore che vivere con il proprio cane questa avventura, creando il giusto feeling dressandolo per presentarlo al meglio. Quando ci sentiamo sicuri con il nostro cane, possiamo iscriverlo a delle esposizioni ed entrare in ring per vivere insieme a lui questa avventura. E’ importante capire che un handling, per quanto buono, non potrà far vincere un cane mediocre; al contrario, un handling scorretto può penalizzare un bel cane fino a farlo perdere. Questo accade non perché il giudice guarda solo l’aspetto show, come credono in molti, ma perché presentando male un cane, è facile dare di lui una percezione scorretta, facendo in modo che chi lo guarda veda in lui dei difetti che realmente non ha. Il cane viene valutato dal giudice mentre è fermo e anche in movimento ed in entrambi i casi sta all’handler mostrarlo in modo che rispetti al meglio i criteri dello standard di razza. Se piazza il cane allungandolo eccessivamente, quando lo standard richiede un cane corto, ecco che si è creato un difetto! Dunque non è bello ciò che si crede bello, ma ciò che dice lo standard! Strumento indispensabile dell’handler è il guinzaglio/collare giusto per il cane che si presenta. Il collare può essere fisso (detto resco), strangolo o semi-strangolo (o martingala). Che si usi una catenella metallica o collari in pelle o nylon, l’importante è che il tutto sia sempre in tinta con il mantello del cane che si presenta. Ci sono anche diversi stili di handling:- “free handling”: il cane si piazza da solo in modo naturale, senza l’intervento manuale dell’handler. Si ottiene premiando il cane quando si mette nella posizione corretta. E’ molto bello da vedere, lo si usa soprattutto con le razze da pastore e nelle razze che devono “usare le orecchie”, ossia tenerle erette e/o in attenzione.- “handstacking”: il cane viene messo in posa dall’handler, che opera manualmente spostando le zampe del cane per metterlo nella posizione migliore. Tecnica usata per la maggior parte delle razze.- “double handling”: il cane si piazza in attenzione perché viene chiamato da fuori del ring. Usato soprattutto con pastori tedeschi, dobermann e rottweiler. Oramai è una pratica bandita dalla maggior parte delle expo, perché disturba i ring vicini, visto che si crea un trambusto tremendo con persone che chiamano il proprio cane urlando o agitando vari giochini.- “sparring”: tecnica usata per i boxer e per alcuni terrier, consiste nel mettere un cane di fronte all’altro, cosa che sfrutta il carattere competitivo di queste razze e ha il risultato di fomentare la carica di sfida dei soggetti che iniziano a fronteggiarsi. Non è usata spesso, perché con handler inesperti può succedere che scappi il morso. Nell’handling non c’è nessuna regola fissa, l’unica costante è che quando si fa muovere il cane, si gira in senso antiorario. Dunque non bisogna preoccuparsi di sbagliare qualche posa o movimento, si possono sfruttare tutti gli stili di handling e fare anche delle scelte intermedie. L’importante è presentare al meglio il proprio cane, senza nasconderlo o metterlo in cattiva luce. Come ho già accennato, il cane nel movimento laterale gira in senso antiorario e può farlo sia da solo che in gruppo. Inoltre, il giudice vorrà vedere anche il movimento in avanti e indietro del cane, in quel caso vi chiederà un “up & down”. Imparare a farlo bene non è facile come sembra, perché se il cane non va dritto, sembrerà che il suo anteriore non sia stabile. Per questo bisogna allenare se stessi e il proprio cane ad andare dritti; spesso sembra che lo facciamo, ma non è così. Nelle razze piccole il cane verrà giudicato su un tavolino, ma abituare il proprio cane al tavolino è utile anche nelle razze di grande taglia, perché lo si aiuta ad affrontare una situazione nuova ed, essendo più concentrato, visto la posizione non usuale, sarà più attento a cosa gli chiediamo, ossia restare fermo e farsi osservare e toccare. Dobbiamo abituare il proprio cane a stare fermo e attento quando lo posizioniamo, così possiamo insegnargli quello che vogliamo da lui come “posa”, quando lo piazziamo. Per affrontare in modo completo le esposizioni, dobbiamo imparare molto bene anche i regolamenti, i criteri, le classi, i requisiti per conseguire i titoli, ecc.… Cosa significa fare esposizioni al giorno d’oggi? Vuol dire tutto e niente. Fare esposizioni in modo continuo e seguendo i maggiori circuiti europei, vuol dire spendere molto in soldi, tempo e fatica. Dunque bisogna essere ben convinti di quello che si fa. Gli allevatori lo fanno per mostrare i propri cani, per vedere i cani degli altri e per provare ad ottenere titoli e riconoscimenti. Questi non sono solo dei “pezzi di carta”, ma danno valore ufficiale al cane e al lavoro che c’è dietro in fatto di allevamento e scelte zootecniche. C’è chi fa tutto questo per lavoro, il professional handler. Non si diventa tali in un giorno, si deve fare molta gavetta, solitamente affiancando un altro handler per alcuni anni. Sempre più giovani cinofili si stanno appassionando a questa profilo professionale, ma pochi alla fine riescono a realizzarsi. Un professional handler, come un allevatore, deve avere una struttura idonea per ospitare i cani che presenta e addestra, avere un mezzo di trasporto adeguato per dimensioni e comfort (e regolamenti asl) ad un numero elevato di cani e ovviamente deve avere una clientela! Cosa non facile da procurarsi! Fare esposizioni significa anche avere pochi week-end liberi, dunque se si ha una famiglia o si desidera una vita privata attiva al di fuori delle ore lavorative, non sempre si riesce ad avere tutto. Generalmente chi fa esposizioni si ritrova a frequentare soprattutto altri espositori, con i quali si condividono molti viaggi assieme per raggiungere i luoghi più impensabili per partecipare ad una esposizione. Effettivamente si viaggia molto. Ma principalmente si visiteranno solo le fiere delle maggiori città Europee, ben pochi monumenti e centri cittadini. L’importante è che si pensi sempre al benessere dei nostri amici quattro zampe, sia durante il viaggio, sia nella expo stessa. Per fortuna ci sono molte attrezzature che ci aiutano in questo: gabbie rigide o morbide super comfort, ciotole da viaggio, carrelli leggerissimi per trasportare il tutto, tappetini rinfrescanti per i viaggi nei mesi più caldi, ecc.…Andare in esposizione è un’esperienza bellissima, ma lo è solo se ci si prepara adeguatamente e se la si affronta in modo professionale e cinotecnico.

di Elisa Boscolo Pelo

In foto la pH Chiara Capomagi con la Multich. Uls Tulm Ex Alium Potestas del Marchesato

Esempio handling
In foto la pH Chiara Capomagi con la Multich. Uls Tulm Ex Alium Potestas del Marchesato