Di solito ci si avvicina ad una razza colpiti prevalentemente dal suo aspetto esteriore e il rottweiler in questo non fa eccezione; si aggiunge semmai a quella sorta di “brutta” fama che la razza si é fatta negli anni ‘90, dove l’attenzione dei media ha riportato – troppo spesso a sproposito- aggressioni di cani verso persone. Questa fama ha fatto si che moltissime persone si avvicinassero alla razza convinti di trovare nel rott quella sicurezza che sentivano di aver perduta, oppure quel brivido che sempre colpisce di fronte a qualcosa di “forte”. Tutto ciò, purtroppo, ha fatto malissimo alla razza. Troppi cani sono stati ceduti con leggerezza a persone che non avevano la preparazione per gestire un cane con un’impronta caratteriale importante, e troppi sono stati i cuccioli nati da accoppiamenti poco accurati, e tutto ciò si é riflettuto nella salute generale della razza.
Ho scelto di parlare del rottweiler e del suo standard partendo dalla descrizione del carattere, parte preponderante di una razza da utilità, compagnia e servizio Per la parte morfogica é necessario avere un po’ di pazienza nella lettura ……
Commento allo standard di Daniela Maffei, allevatore di rottweiler con l’affisso del Marchesato, giudice Enci per la razza.
CARATTERE
> DM : come lo standard specifica, il rott DEVE essere “socievole e pacifico e per natura ama i bambini; è affettuoso, obbediente, addestrabile ed amante del lavoro. Il suo aspetto imponente lascia intuire le sue origini. Il suo comportamento è sicuro, solido di nervi ed intrepido. E’ sempre vigile e attento al mondo che lo circonda.”
La razza è sottoposta a prova di lavoro e a selezione ZTP per avere accesso ai titoli di campionato e alla riproduzione selezionata. Ma alla fine, cosa significano queste cose? E’ estremamente difficile esprimere correttamente attraverso uno scritto qualcosa che, in realtà, si può soltanto vivere. Il cucciolo di rott è oltremodo curioso e impetuoso, ma nello stesso tempo è anche un soggetto fragile; la selezione storica della razza scelse di privilegiare alcune caratteristiche che ne esaltassero l’utilizzo per il quale fu selezionato. Dobbiamo fare un piccolo salto indietro nel tempo ed immaginarci immersi nella teutonica Foresta Nera; siamo soli su un carro in un sentiero tracciato nella foresta, di notte, senza una luce se non quella della luna e delle stelle che fanno capolino tra gli alberi di alto fusto, e stiamo tornando dalla fiera del bestiame, dove abbiamo ceduto gran parte dei frutti della nostra mandria. Il bestiame rimasto sta tornando a casa con noi accompagnato da un imponente rottweiler. Ha provveduto, tanto per il viaggio d’andata che per quello di ritorno, a tenere la mandria raccolta e a difenderla dagli attacchi dei predatori. Ora il suo compito diventa più impegnativo: difendere noi e i nostri guadagni dall’attacco di predatori molto più pericolosi e subdoli. I ladri. Il cane dorme sotto il carro, con la borsa dei soldi attaccata al collo; ma il suo è un dormire vigile; ogni minimo rumore lo mette in allerta, pur restando silenziosamente al suo posto. Il suo compito non è di avvisare il mandriano; il suo silenzio ha lo scopo di sorprendere e, se si rendesse necessario, aggredire questi predatori a due zampe. Chiunque si avvicinerà troppo al suo mandriano correrà il rischio di assaggiarne i denti.
Ed ora torniamo ai giorni nostri: la diffidenza, la vigilanza, la tempra e l’attenzione necessarie per svolgere al meglio questo arduo compito sono ancora presenti nella razza moderna; sono state in parte sopite nella selezione moderna, indubbiamente, ma ci sono. Per questo motivo il rott, più che altre razze, necessita di un grande impegno per la socializzazione del cucciolo, affinché possa ampliare il panorama delle sue esperienze e diventare un cane sicuro di sè e sociale. E’ necessario provvedere alla sua educazione sin dal primo giorno di convivenza, applicando la coerenza, innanzitutto, e non facendosi intenerire troppo dal suo aspetto da peluche e dallo sguardo languido, che sa usare benissimo! per ottenere ciò che vuole, ma che potrebbe rivelarsi poco consono alla vita con un cane che, da adulto, potrà raggiungere, e in qualche caso anche superare, 50 kg. Con il rott le maniere forti vanno bandite. Con lui, il rispetto e la dedizione si otterranno comportandosi da guide ferme e coerenti, molto più che da dispotici dittatori. Per ottenere questo risultato è necessario che il proprietario di un rottweiler apprenda bene il “canese”, applicando giornalmente e, ancora una volta con coerenza, i concetti base d’educazione canina. In questo compito potrà essere molto utile l’esperienza che l’allevatore metterà a disposizione del neo proprietario e venir supportata da un corso di educazione di base, meglio se di tipo Puppy. Le prove di selezione mettono l’accento su alcune caratteristiche importantissime per qualsiasi razza: la salute attraverso il controllo delle principali patologie trasmissibili. L’equilibrio, la sociabilità e le doti caratteriali attraverso alcune prove studiate ad hoc. Il controllo morfologico attesta l’assenza dei difetti da squalifica elencati nello standard. Le prove di lavoro attuano un’ulteriore selezione, mettendo a frutto, contemporaneamente, tutti i doni del rottweiler: il fiuto attraverso le prove di pista, la docilità attraverso le prove di obbedienza, la tempra ed il coraggio attraverso le prove di difesa. E’ consigliabile, per i motivi sopra elencati, qualora si desideri condividere la propria vita con un rottweiler, scegliere il futuro cucciolo SOLTANTO da riproduttori testati. Aggiungo ancora una postilla sul carattere: lo standard é molto chiaro in proposito: tutti i soggetti timidi, ansiosi, codardi, malvagi, eccessivamente diffidenti, troppo nervosi sono soggetti DA SQUALIFICA.
F.C.I. Standard n. 1471 – 19 Giugno 2000 Paese d’origine: Germania; Utilizzazione della razza: cane da compagnia, servizio e lavoro; Classificazione F.C.I.: Gruppo 2 – Sezione 2.1: Molosso, tipo mastino, con prove di lavoro.
DM : Il rottweiler è, insieme al boxer, l’unica razza di cane Molosso di tipo mastino sottoposta a prova di lavoro; la sua collocazione FCI ci aiuta a comprendere che ci troviamo di fronte ad un cane di tipo meso/brachimorfo, o mesomorfo spinto, con testa brachicefala. Per tradurlo in parole più semplici: Corpo atletico e massiccio, costruito per il movimento sulle medie distanze con andatura sostenuta e testa imponente; ciò é indice di un cane attivo, sportivo, sano e assertivo.
Breve riassunto storico: Il Rottweiler appartiene ad una delle razze più antiche. La sua origine risale ai tempi dei Romani, epoca in cui assolveva compiti di cane da guardia e bovaro. Quando lel legioni romane attraversarono le Alpi, i cani le accompagnarono, proteggendo l’uomo e conducendo le mandrie. Stabilendosi nella zona di Rottweil, questi cani vennero in contatto con i cani nativi del posto. La naturale conseguenza fu un’ibridazione dei due gruppi. Il compito principale del Rottweiler rimase la guardia e la conduzione di grosse mandrie, la difesa dei loro padroni e della loro proprietà. Dalla città imperiale di Rottweil, il cane prese il nome di Rottweiler – il cane macellaio. I macellai allevarono questo tipo di cane unicamente per il suo rendimento nel lavoro ed il proprio uso personale. Col passare del tempo, il risultato fu un notevole cane da guardia e da mandria, così come da tiro. Inolte, all’inizio del XX secolo, quando la polizia stava selezionando cani, mise alla prova anche il Rottweiler. Subito riconobbe che il cane era eccezionalmente adatto a questo tipo di servizio, di conseguenza, nel 1910, il Rottweiler fu riconosciuto ufficialmente come cane poliziotto. Nell’allevamento del Rottweiler l’obiettivo è produrre un cane potente, pieno d’energia, nero con focature color marrone rossicce ben delineate, che nonostante la sua imponenza sia contraddistinto da un aspetto nobile e sia in grado di svolgere la funzione di cane da compagnia, servizio e utilità.
DM : Ogni razza canina ha una storia; quella presentata dallo standard del rott é, probabilmente, quella più vicina alla realtà e, dal 1600 circa in avanti, documentata senza dubbi; resta ancora da dimostrare con certezza la sua provenienza dai mastini dei Romani, come per altro per tutti i cani di tipo molossoide. L’ultimo standard del 19.06.01 contiene la variazione sulla coda, ma é interessante evidenziare anche come é scomparsa la parola “difesa” che compariva nello standard del 1988 , sostituita dalla parola “servizio”, indice di un’accresciuta sensibilità verso le prove, intese non solo come prove di lavoro. Il rott viene sempre più spesso utilizzato come cane di “servizio” appunto, nella ricerca su macerie o di superficie, per l’aiuto ai disabili, la pet terapy o come cane antidroga.
Aspetto generale del cane: Il Rottweiler è un cane da medio-grande a grande, robusto, nè massiccio nè leggero, nè levrettato, nè alto sugli arti. Le proporzioni esatte della sua struttura lo vogliono compatto e potente, evocante grande forza, elasticità e resistenza.
DM: Già dalla prima riga possiamo leggere quello che il rott non è: leggero, levrettato, alto sugli arti. Sono tutte specificazioni che aiutano a comprendere che ci troviamo di fronte un cane di taglia grande ma non massiccio come di solito sono i molossi, con ossatura robusta, preposto per il movimento ma non un velocista come il levriere. Il rottweiler é dunque un “molosso funzionale”; l’aspetto estetico della testa si avvicina a quella di un molosso, la sua costruzione fisica é fatta per il movimento, con un trotto adatto a coprire distanze con un minimo dispendio d’energie.
Importanti proporzioni: La lunghezza del tronco, misurata dalla punta dello sterno alla protuberanza ischiatica, non dovrebbe superare l’altezza al garrese più del 15%.
Comportamento e carattere: Discende da stirpe socievole e pacifica e per natura ama i bambini; è affettuoso, obbediente, addestrabile ed amante del lavoro. Il suo aspetto imponente lascia intuire le sue origini. Il suo comportamento è sicuro, solido di nervi ed intrepido. E’ sempre vigile e attento al mondo che lo circonda.
Testa: Cranio: di media lunghezza, cranio largo tra le orecchie, l’osso frontale, visto di lato, solo moderatamente convesso. L’occipite è ben sviluppato senza sporgere eccessivamente. Stop: salto naso frontale pronunciato.
Fisionomia: Naso: la canna nasale è diritta, larga alla base e con moderato assottiglia mento. Il Tartufo ben conformato, è piuttosto largo che arrotondato, sempre nero con narici proporzionatamente grandi.
Muso: non deve mai essere lungo o corto rispetto al cranio.
Labbra: nere, aderenti con commessura labiale chiusa, le gengive devono essere scure.
DM : Per aiutarci nell’immaginare la corretta testa del rott, pensiamo di trovarci davanti ad un cubo, che sarà il cranio, con la parte superiore lievemente arrotondata e quella frontale leggermente convessa. Per il muso invece, immaginiamo una piramide a base trapezoidale e con la punta mozzata, con le facce laterali (del muso) appena convergenti. La base, più ampia, sarà posta verso il cranio, la punta mozzata porterà il tartufo. La base trapezoidale nella parte più stretta rappresenta il lato superiore della canna nasale, la parte più larga la mascella inferiore. Per quanto attiene lo stop, rimanendo in tema geometrico, possiamo riferirci all’unione tra questi due solidi, disegnando un angolo d’inclinazione di circa 120/130 gradi; dal punto di vista anatomico, invece, lo stop é formato dalle ossa frontali che discendono verso le nasali, con la partecipazione delle arcate zigomatiche, dai sottorbitali che rimontano verso l’occhio e dal mascellare superiore. Può accadere che l’arcata frontale sia poco sviluppata e nella visione frontale come in quella laterale viene a mancare la necessaria arcuatura che forma lo stop (stop sfuggente o appiattito).
Altra caratteristica di questa testa brachicefala é l’assenza di pelle in eccesso che contribuisce a formare la giogaia, tipica per altro di quasi tutti i molossi. E’ specificato che il profilo inferiore del muso é dato dall’osso della mascella inferiore e non dal labbro. Già in questo punto il rott comincia a differenziarsi dai molossi, tutti con testa imponente e pelle più o meno abbondante
Mascella: forte e larga sia la superiore che la inferiore. Guance: pronunciate arcate zigomatiche.
Dentatura: completa ( 42 denti), robusta con gli incisivi superiori che si chiudono a forbice sopra quelli della mascella inferiore.
DM: Nel rott la mancanza anche di un solo, piccolissimo dente, comporta la squalifica; i soprannumerari sono semplicemente segnalati . L’unica chiusura desiderata é quella a forbice ortognata, con gli incisivi superiori che chiudono davanti agli incisivi inferiori, sfiorandoli, e coprendoli per almeno i 2/3. La chiusura a tenaglia è tollerata, ma comporta una declassazione del soggetto. Al contrario, in molti molossi lo standard prevede la chiusura desiderata a forbice rovescia o prognata, e i denti assenti non vengono presi in considerazione. Se questo, a qualcuno, può far storcere il naso, ci spiace! Le disposizioni presenti in uno standard, anche se scomode, vanno rispettate. Sono le “leggi” sulle quali si basa la selezione cinotecnica di una razza.
Occhi: medio-grandi, a forma di mandorla, di colore marrone scuro con palpebre ben aderenti.
DM: In questo punto é nuovamente ribadito il fatto che la pelle sulla testa deve essere tesa e non sono desiderate le palpebre poco aderenti, cascanti, che formano una tasca al di sotto dell’occhio lasciando scoperta la terza palpebra, come è per quasi tutti i molossi. Per quanto riguarda il colore, lo standard vuole l’occhio scuro; non si tratta di sola funzione poiché il colore dell’occhio é ininfluente sulle capacità visive. Questa ricerca, in apparenza solo estetica, valorizza maggiormente la dolcezza dello sguardo e viene ricercata anche per una motivazione ancestrale: nei ricordi ancestrali dell’uomo, l’occhio chiaro, giallastro, tipico del predatore, suscita inquietudine.
Orecchie: medio-grandi, pendenti, triangolari, attaccate alte e ben distanti l’una dall’altra. Orecchie ben inserite, quando sono rivolte in avanti, conferiranno una maggior larghezza al cranio.
DM: L’attaccatura delle orecchie dovrà essere ben al di sopra della linea formata dalle arcate zigomatiche, mentre la loro forma, a triangolo isoscele, dovrà scendere a coprire il meato uditivo, con la punta che non raggiunge la linea della focatura della guancia; in attenzione, il cane rivolge in avanti le orecchie e l’impressione che se ne ricava é quella di una maggior ampiezza del cranio; le orecchie non devono essere inserite più alte della linea immaginaria che si appoggia sul margine posteriore del cranio e, quando il cane é in attenzione, essere accartocciate, troppo sporgenti o asimmetriche.
Collo: Potente, moderatamente lungo, ben muscoloso, leggermente arcuato, asciutto, senza giogaia o pelle lassa sotto la gola.
DM: ritorna l’attenzione per la pelle ben tesa e priva di rughe e di giogaia. Tutto questo non ha solo un senso estetico ma di funzione: per un cane che deve muoversi per molto tempo, tutto ciò che può aumentare il peso da trasportare é antieconomico. E la pelle in eccesso pesa!
Tronco: Linea dorsale: diritta, forte, solida. Zona renale: corta, forte e profonda. Groppa: larga, di media lunghezza, leggermente inclinata, nè diritta nè scoscesa.
DM: Nello standard redatto nel 1981, la groppa era definita: “larga, di media lunghezza, leggermente convessa ma non orizzontale o avvallata”. Questo poteva presupporre una groppa leggermente tondeggiante, mentre l’indicazione ”leggermente inclinata” in uso attualmente definisce più chiaramente la forma della groppa. Questa regione del corpo riveste un’enorme importanza nel movimento e la sua corretta inclinazione é spesso sinonimo di corretti arti posteriori; l’ inclinazione é data dalla posizione delle ossa che la compongono (ischio, ileo e pube) rispetto all’orizzontale, inclinazione ideale di 25/30° circa, e dalla grossa massa muscolare che le avvolge; altro aspetto di primaria importanza é la lunghezza della groppa; una groppa lunga e larga é pregio assoluto in cinotecnia e a maggior ragione per un cane trottatore, e vista l’importanza che la groppa riveste nella trasmissione del movimento, non dovrà essere corta, scoscesa o “a panettone” dando l’impressione che il cane sia stato come “troncato” in questa regione; oggi, con il mantenimento della coda integra, una groppa eccessivamente avvallata, sfuggente, troppo inclinata o, al contrario, troppo corta e raddrizzata, sarà la base per una brutta uscita di coda.
Torace: spazioso, largo e profondo (approssimativamente il 50% dell’altezza del cane al garrese) con petto ben sviluppato e costole ben cerchiate.
DM: Una costruzione da trottatore richiede buoni polmoni che devono trovare un ottimo alloggiamento insieme ad altri organi, all’interno del torace, che dovrà essere sì ampio, ma consentire l’espansione ottimale dei muscoli respiratori; quindi petto ben sviluppato, torace disceso e costole ben cerchiate, e mai a botte
Addome: fianchi non retratti. Coda: al naturale in prolungamento della linea superiore, a riposo pendente.
DM: In quest’ultimo standard il rott è presentato con la coda al naturale; anche se ciò inizialmente ha reso necessario un adattamento visivo, ora tutti i proprietari di rott a coda integra sono concordi nel dichiararsi estremamente soddisfatti di questa appendice. Il rott a coda integra, da cucciolo, migliora visibilmente stabilità ed equilibrio, da adulto si esprime meglio con gli altri cani e rivela con più chiarezza i propri pensieri. Dal punto di vista del portamento, i maschi in particolare, se appena appena più interessati, tendono a portare la coda quasi in verticale, con la punta leggermente arrotondata e ricadente verso il dorso. Attualmente, non essendo ancora possibile stabilire con certezza il tipo di coda ideale, é necessario fare attenzione sopratutto alle deviazioni ossee.
Arti:Anteriore. Nel complesso, gli arti anteriori, visti di fronte, sono diritti e non restringentisi. Visti di lato, il braccio è diritto. L’angolazione della spalla dovrebbe essere di circa 45°.
Spalla: ben piazzata.
DM: L’inclinazione della spalla così misurata non corrisponde sempre all’angolo reale formato dalla scapola sulla verticale, é piuttosto l’idea visiva che il giudice recepisce. Essendo questa zona ben coperta da muscoli é difficilmente possibile percepire al tatto l’inclinazione della spina acromiana, base sulla quale é poi misurato l’angolo della scapola. L’angolo della scapola, misurato scientificamente sul cane fermo in stazione attraverso tecniche radiografiche sofisticate è, più verosimilmente, di circa 30°. Tuttavia, vista la mobilità della scapola, che riesce ad oscillare di circa 15°, e vista somma dei due (30+15) i 45° possono comunque essere indicatori di una spalla ideale. L’angolo scapolo omerale, invece, si attesta sui 120° in un soggetto molto ben angolato, con un omero inclinato di circa 60° sull’orizzontale e l’avambraccio quasi perpendicolare al terreno.
Omero: ben aderente al tronco.
Avambraccio: vigorosamente sviluppato e muscoloso. Metacarpo: leggermente elastico, forte e non rigido.
Piedi: rotondi, dita chiuse e ben arcuate, suole dure, unghie corte, nere e forti.
DM: Avambraccio e metacarpo, così come i piedi anteriori, debbono dar l’impressione di elasticità e potenza allo stesso tempo, senza rigidità; solitamente, metacarpi eccessivamente flessi, piedi appiattiti con dita poco arcuate sono sinonimi di lassità legamentosa, che spesso si ripresenta anche nell’avambraccio poco aderente al tronco, la cosiddetta “aria ai gomiti”; le deviazioni dell’avambraccio o del metacarpo sono sempre penalizzanti e indicative di difetti di appiombo
Posteriore. Nel complesso, visti da dietro, gli arti posteriori sono diritti e non chiusi. In stazione di riposo l’articolazione tra la coscia e la gamba forma un angolo ottuso.
Coscia: di media lunghezza, larga e molto muscolosa.
Gamba: lunga, robusta e con larga muscolatura, vigorosa con forti tendini, ben angolata, non rigida.
Piedi: leggermente più lunghi degli anteriori, altrettanto compatti, arcuati, con forti dita, senza speroni.
DM: Valgono le osservazioni già fatte per l’arto anteriore; l’impressione che se ne deve ricavare é di grande potenza, le masse muscolari debbono essere ben sviluppate, i piedi posteriori, seppure un poco più lunghi degli anteriori, debbono essere ben chiusi ed arcuati. Per poter immaginare l’inclinazione ideale del posteriore di un rott é necessario, ancora una volta, fare un po’ di esercizio di disegno; la groppa ha un’inclinazione sull’orizzontale di circa 25/30 gradi, e lo stesso l’osso della tibia (gamba); il femore si inserisce quasi perpendicolarmente a questi due segmenti ossei, mentre il metatarso é quasi perpendicolare al terreno. Gli angoli ideali formati dai raggi ossei del posteriore sono circa: 100° l’angolo coxo femorale, circa uguale l’angolo formato dalla congiunzione tra coscia e gamba (femoro-tibiale), 130° circa l’angolo formato da gamba e garretto. Femore, tibia e tarso dovranno essere lunghi per favorire l’inserzione muscolare ottimale e svolgere così al meglio la funzione di propulsione nel movimento. Così come per la gamba anteriore, tutte le deviazioni d’appiombo dalla verticale verranno penalizzate (posteriori troppo stretti o troppo larghi, appiombi vaccini o cagnoli).
Movimento: Il Rottweiler è un trottatore. La linea dorsale rimane solida e relativamente ferma. L’andatura è armoniosa, sicura, potente e sciolta con buona falcata.
DM: La costruzione del rott sin qui vista porta ad un cane con un movimento non da velocista ma da fondista, molto potente e con la possibilità di protrarsi nel tempo senza stancare il cane, un trottatore quindi. Lo standard sottolinea come il dorso, trasmettitore della potenza del movimento, dovrà essere solido, ma ciò non significa rigido. Significa piuttosto che ci troveremo di fronte una schiena dritta, che in movimento non evidenzi spezzature o “gobbe”, per permettere alla forza proveniente dal posteriore di trasmettersi all’anteriore senza che ne vada perduta neppure la più piccola parte. Gli angoli degli arti anteriori e posteriori, se corretti, permettono al cane con poco sforzo di produrre un buono spostamento in avanti (questo intende la “potente falcata”); i rott che in movimento dovessero avere un’andatura saltellante o con passo raccorciato verranno penalizzati.
Pelle: La pelle sulla testa è ben tesa ma si possono formare leggere rughe quando il cane è in attenzione.
DM: Come già sottolineato in precedenza per quanto riguarda cranio, muso e collo, lo standard ribadisce ancora una volta la distanza morfologica che separa il rott ed il molosso classico: l’aspetto della pelle sulla testa del cane, in maniera particolare, é tesa, senza rughe, ad eccezione di quando il cane é in attenzione, e senza giogaia.
Mantello: Qualità: è formato da pelo e da sottopelo. Il pelo è di media lunghezza, duro, aderente, compatto. Il sotto pelo non deve sporgere dal pelo. Sugli arti posteriori il pelo è leggermente più lungo. Colore: nero con focature intense marrone-rossiccio ben delineate sulle guance, sul muso, sotto il collo, sul petto e sugli arti come pure sopra gli occhi e sotto la coda.
DM: Il mantello del rott non dà grosso lavoro di manutenzione; nei periodi di muta stagionali bisogna aiutare il cane a cambiare il manto con una robusta spazzolata quotidiana, diversamente é sufficiente una passata settimanale per mantenerlo in ordine. Il mantello del rott é formato da pelo di copertura e sottopelo; questo permette al cane di affrontare anche temperature piuttosto rigide senza risentirne, purché abbia un riparo adeguato da pioggia, vento e neve. D’altra parte, ciò comporta una discreta perdita del pelo di copertura per tutto l’anno, che tuttavia presenta il vantaggio, essendo lungo circa 4 cm, di non conficcarsi nei tessuti.
Altezza e peso:
Altezza dei maschi: da 61 a 68 cm.
61-62 cm -piccolo
63-64 cm -medio
65-66 cm -grande -taglia ideale
67-68 cm -molto grande
Peso: circa 50 Kg.
Altezza delle femmine: da 56 a 63 cm.
56-57 cm -piccola
58-59 cm -media
60-61 cm -grande -taglia ideale
62-63 cm -molto grande
Peso: circa 42 Kg.
DM: ATTENZIONE!!!!! Cìò NON significa che esiste una “razza” di rott di taglia piccola, media o grande. Qualsiasi sia l’altezza del cane, é corretta se rientra in quanto previsto dallo standard; non é possibile sapere a priori quanto un cucciolo diventerà alto, e perciò nessun allevatore degno di questo nome vi dirà che il suo cucciolo é di taglia piccola, media, grande o molto grande. E’ più probabile che da soggetti medio grandi nascano cuccioli che da adulti saranno medio grandi, ma non é scontato. Inoltre poco importa che il soggetto sia medio o grande se non ha armonia. E’ più aderente allo standard un soggetto medio piccolo, ma con ossatura adeguata alla taglia e armonia di forme che un soggetto molto grande, alto sugli arti, che porta un’ossatura minuta o caratteri che si discostano dalla razza avvicinandosi troppo al tipo mastino. Altro fatto sul quale porre l’accento, il peso: generalmente il peso ideale di un maschio é di circa 45/50 kg per un cane di taglia media, mentre per una femmina ci si attesta tra i 37/40 kg. Malauguratamente, troppo spesso s’incontrano soggetti in sovrappeso, solo perché il loro proprietario é convinto che se pesa di più é più “grosso”; purtroppo questi cani possono andare incontro a problematiche come deviazioni degli arti, displasie, difficoltà di riproduzione; spesso rivelano poca propensione al movimento e basso temperamento, sopraffatti come sono dall’eccesso di peso da portare a spasso.
Difetti:
Ogni deviazione dei punti sopra citati deve essere considerata (valutato) come difetto e come tale deve essere degradato in giusta proporzione alla deviazione. Aspetto generale: ossatura e muscolatura deboli, apparenza generale leggera, alta sugli arti. Testa: da cane da caccia; stretta, leggera, troppo corta, lunga, pesante, fronte piatta (stop mancante o insufficiente). Fisionomia facciale: muso lungo o appuntito, naso schiacciato o con narici aperte, canna nasale montonina o concava, tartufo chiaro o maculato. Labbra: aperte, di colore rosa, o macchiate o con commessura labiale aperta. Mascella: mascella inferiore stretta. Guance: troppo prominenti. Dentatura: a tenaglia. Orecchie: attaccate troppo basse, troppo pesanti, lunghe, sottili, tirate indietro in modo tale da rimanere erette ed orecchie non portate correttamente. Occhi: chiari, sporgenti (palpebre non ben aderenti, troppo infossati, troppo grandi o troppo rotondi. Collo: troppo lungo, sottile, scarsamente muscoloso, con giogaia o pelle lassa. Tronco: troppo lungo, troppo corto, stretto. Linea dorsale: troppo lunga, debole o insellata, dorso di carpa. Petto: torace a costole piatte, a botte, compresso. Groppa: scoscesa, troppo corta, troppo piatta o troppo lunga. Coda: attaccata troppo alta o troppo bassa. Anteriore: appiombi anteriori chiusi o storti. Spalla diritta, con mancanza (o difetto) di aderenza del gomito; omero troppo lungo, troppo corto o troppo diritto; metacarpo debole o rigido; dita aperte, troppo piatte o troppo arcuate, dita rachitiche, unghie chiare. Posteriore: cosce poco muscolose, arti chiusi, garretti vaccini o mancini, con angolature troppo strette o troppo aperte, presenza degli speroni. Pelle: pelle della testa a pieghe. Condizioni del pelo: morbido, troppo corto o troppo lungo, ondulato, mancante di sottopelo. Colore: non corretto, non ben delineato, con focature troppo estese.
Difetti da squalifica:
Soggetti che non abbiano ben delineate le caratteristiche del sesso (tipo femminile nei maschi e vice-versa). Comportamento: soggetti ansiosi, timidi, codardi, non indifferenti allo sparo, malvagi, eccessiva-mente diffidenti, nervosi. Occhi: entropion, ectropion, occhi gialli, due occhi di diverso colore. Coda: rotta , ad anello, con forte deviazione laterale. Dentatura: cani prognati, enognati, morso incrociato, mancanza di incisivi, canini, premolari o molari. Testicoli: N .B. Entrambi i testicoli devono essere ben visibili e sviluppati e ben discesi nello scroto. Pelo: soggetti con pelo molto lungo o arricciato. Colore: cani che non hanno il tipico colore nero di base in combinazione con focature marroni correttamente distribuite; macchie bianche.
DM: Lo standard elenca qui sopra una serie di difetti, divisi per “difetti” e “difetti da squalifica”: i primi portano ad una penalizzazione del soggetto, tanto più ampia quanto più é evidente il difetto, i secondi alla sua squalifica, ovvero dovrebbero escludere il cane dalla riproduzione; quando i soggetti che ne sono affetti sono sottoposti alla prova di selezione – ZTP – hanno la menzione “ZTP non superato. Non adatto alla riproduzione”. In expo i difetti da squalifica dovrebbero portare al ritiro del libretto delle qualifiche ed alla menzione sul pedigree, ma tuttavia ciò non avviene se non per specifiche situazioni: l’enognatismo e la mancanza di uno od entrambi i testicoli, gli unici difetti da squalifica accettati dall’Enci. A questi, va aggiunta la displasia dell’anca e del gomito, che si manifestano in queste due articolazioni: non é possibile accertare una displasia se non attraverso una lastra radiografica, anche se uno scarso sviluppo dei muscoli del posteriore o una prolungata zoppia possono farla sospettare. E non si può star tranquilli neppure se questi due segnali sono assenti! E’ consigliabile, sempre, sottoporre il proprio cane al controllo prima di farlo riprodurre. Pur presentando tanto l’arto anteriore quanto il posteriore la possibilità di manifestare displasia in egual misura, è la displasia delle anche la patologia maggiormente invalidante per il cane che ne è affetto. Per questi motivi, si consiglia di sottoporre i cani ad un primo controllo radiografico in età precoce affinché, se questa patologia fosse presente, attraverso mirate metodologie chirurgiche sarà possibile annullare pressoché totalmente le problematiche ortopediche ad essa legate; un secondo controllo va effettuato a 15 mesi, per i cani che non hanno manifestato la patologia da cuccioli, con la registrazione del risultato sul pedigree, per avere la certezza di utilizzare in riproduzione solo soggetti sani.