Cultura cinofila generale – Dove posso trovare un cucciolo di razza?

Di Daniela Maffei

La giusta risposta a questa domanda é: da chi lo alleva correttamente. Ma per prima cosa, il miglior suggerimento rimane: informarsi, informarsi ed ancora informarsi sulla razza prescelta, non stancarsi di girare, di chiedere e di conoscere, e non fermarsi nel primo posto dove c’é il cucciolo disponibile.

Acquistare un cucciolo di razza può diventare un calvario se non lo si acquista nel posto giusto. Vediamo innanzitutto dove un cucciolo di razza sarebbe bene non acquistarlo e perché.

Caso uno: In negozio:
pur essendoci indubbiamente esercenti rispettosi degli animali, questi tuttavia non possono essere certo esperti su tutte le quattrocento e più razze di cani, senza contare gatti, furetti uccellini, pesci e tutti gli altri pet.
Alcuni, purtroppo pochi, esercenti hanno dei contatti diretti con alcuni seri allevatori, ai quali inviano le persone interessate all’acquisto di un cucciolo di razza; ci sono, ma sono casi rarissimi. Purtroppo, la stragrande maggioranza si rivolge al mercato dell’importazione. Se a qualcuno é capitato di vederlo, tempo addietro é stato trasmesso in TV un servizio su come i cuccioli d’importazione vengono seguiti, venduti, trasportati e poi successivamente immessi sul mercato italiano.
I cuccioli nascono in ambienti malsani, da madri mal nutrite e mal curate, indebolite e stressate da continue gravidanze. Loro stessi verranno mal nutriti e mal curati tanto dal punto di vista sanitario che dal punto di vista psichico, e a poco più di 30 giorni verranno stipati in gabbiette su camion per affrontare un viaggio al quale non sono preparati né dal punto di vista sanitario, né dal punto di vista psichico, e che sarà un ulteriore choc. Senza acqua e senza cibo per i lunghi giorni di viaggio nel buio di un camion, caldo o freddo a seconda della stagione, senza alcun riguardo. Quelli che riescono ad arrivare vivi, stremati, schoccati, vengono rimessi insieme alla meno peggio e poi consegnati ai commercianti che li hanno ordinati, che a loro volta cercheranno di salvare il salvabile e poi lo rivenderanno al negozio.
Questi cuccioli, che vengono immessi sul mercato italiano ad un prezzo medio di 500 euro, vengono pagati al produttore circa 50 euro. Che importa se più del 50% arriva morta?

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Altri, quelli più fortunati, provengono invece dall’Italia, da alcuni postacci dove si seguono i cani più o meno come quelli esteri. Quantomeno, a questi ultimi, é stata risparmiata l’esperienza schoccante del viaggio e delle sofferenze. Detto questo, sarebbe meglio evitare il negozio.

Caso due: L’allevatore “multimarca”.
Su molte riviste specializzate e su molti giornali di annunci, compaiono spesso pubblicità di persone che hanno disponibilità di cuccioli di tutte le razze, che asseriscono trattarsi di cani da loro stessi allevati, e che sono disponibili a vendere anche a rate a prezzi stracciatissimi. Se si va a guardare sotto lo straterello di pittura, sono proprio i commercianti di cui sopra, gli stessi che comprano cuccioli a camionate, e che poi vogliono propinare al pubblico come allevati da loro. Anche qui, sarebbe meglio evitare

Caso tre: Il privato:
caso tre A: Nella stragrande maggioranza dei casi, il privato, proprietario di una cagna di razza con pedigree, di provenienza sconosciuta, fa accoppiare la sua cagna con il cane di un amico, anche lui con pedigree e di provenienza altrettanto sconosciuta per vivere l’esperienza, – bellissima per altro – di avere una cucciolata dalla loro cagna di casa, ma senza alcun controllo per la ricerca delle malattie genetiche, senza alcuna conoscenza delle eventuali carenze caratteriali presenti nei due cani e senza alcuna conoscenza dello standard di razza. Nascono 6, otto, a volte anche più tenerissimi batuffoli, che i primi 20 giorni di vita sono stati bellissimi, poi hanno cominciato a girare per casa, a fare cacca e pipì ovunque, a rosocchiare tutto. Vengono relegati fuori, lontano dalla famiglia, non vengono maneggiati se non per i pochissimi minuti dedicati alle pappe e alle pulizie.
Dovrebbero stare con la madre e i fratellini almeno sino ai 60 giorni di vita, per imparare nel modo migliore il linguaggio dei cani ed a ben interagire con i cani in generale, il loro sistema immunitario ha ancora bisogno di tempo per potersi rafforzare ed affontare i brutti virus cattivi che girano nel mondo, ma dovrebbero anche poter interagire con gli esseri umani, per imparare a conoscerli come conspecifici.
Ma questi cuccioli sporcano! e quanta puzza! e quanto mangiano! e non si tengono puliti! e al più presto vengono ceduti ad altri privati, che lo vogliono “piccolo piccolo, é così tenero! così si affeziona di più!” e poi, “sai, l’allevatore per lo stesso cucciolo mi ha chiesto più del triplo! qui lo pago solo 300 euro” , senza sapere che quel cucciolo, NON E’ lo stesso cucciolo!
Con grandi probabilità, sarà un cane adulto che non solo non corrisponderà allo standard dal punto di vista psichico e caratteriale, ma che potrebbe essere affetto da turbe psichiche o gravi malattie genetiche.
Sistemare una cucciolata numerosa di una razza poco ricercata, sia pur a poco prezzo, é molto difficile. Il privato é oramai arrivato allo stremo; é disposto a qualsiasi cosa pur di liberarsi da questa invasione pelosa e puzzolente. Qualcuno, inevitabilmente, si rivolgerà anche al negozio che a sua volta li metterà in contatto con il commerciante di turno che spaccerà quei cuccioli come cani di provenienza da “allevamento italiano” . Anche in questo caso, sarebbe bene evitare l’acquisto.

Caso tre B: Altro caso di privato:
ha una cagna di razza di provenienza certa, si é informato, é rimasto in contatto con l’allevatore, ha fatto qualche seria esperienza e si é reso conto di avere un cane corretto e degno rappresentante di razza. L’ha sottoposta a controlli ufficiali per escludere la presenza di malattie a trasmissione genetica, l’ha sottoposta ad una serie di test per poter certificare al futuro acquirente che la cagna é tipica ed equilibrata, ha cercato il maschio adatto a lei, ha fatto molti kilometri per coronare l’incontro, speso una discreta sommetta per la monta, ha cresciuto i cuccioli consapevolmente, seguiti con cura dal punto di vista sanitario, alimentare, educativo. Questi cuccioli hanno un valore intrinseco pressoché uguale a quelli di un buon allevatore. Potrebbero essere ceduti a poco meno soltanto perché il proprietario affronta le spese per un solo cane.
Qui, invece, l’acquisto é consigliato.

Caso quattro Allevatore (amatoriale o con affisso).
Arrivati a questo punto del nostro percorso, é bene ricordare che un allevatore serio non alleva che pochissime razze, due o tre al massimo. Se di più, ricadiamo nel caso due. Solitamente, non risiede in città. I cani richiedono spazio, specie se di taglia media o grande. Aggiungiamo che esiste una legge che impone al proprietario di più di cinque cani di avere un’adeguata struttura per alloggiarli. C’é almeno un cane anziano, e gli allevatori seri seguono i propri cani anche da anziani; Ci sono almeno un paio di cani in carriera, tra i 2 ed i 5 anni, ed almeno un paio di giovani o giovanissimi. Il conto é presto fatto. Cinque sono proprio il minimo. Non ci sono neppure 80 cani. Sarebbe impossibile, sia pur con un aiuto stipendiato, sempre di poterselo permettere, poterli alloggiare tutti adeguatamente, seguirli tutti e trovare il tempo per avere un, sia pur piccolo, rapporto con loro. Mediamente, un buon allevatore, che sia amatoriale o con affisso, ha dai 5 a 20 cani in carriera, più un numero variabile di cuccioloni e “vecchietti”.
Alcuni sono di sua proprietà, altri potrebbero essere in “vacanza” provvisoriamente, alcuni potrebbero essere fuori per monte o sedute di addestramento.
I cuccioli sono tutti di ottima provenienza. L’allevatore conosce a memoria tutti gli avi, le prove a cui questi sono stati sottoposti, quali erano i loro pregi e i loro difetti e se hanno fatto carriera o sono stati dei grandi riproduttori. Li deve assolutamente conoscere, se vuole fare un lavoro di selezione per il miglioramento genetico della razza. Ma di quest’ultimo caso ci occuperemo nel prossimo articolo.