L’importanza della passione

INTERVISTA FATTA DA VALERIA ROSSI A DANIELA MAFFEI

Il pubblico “medio” raramente capisce che si dovrebbe sempre acquistare presso un allevatore qualificato, perché pensa che in fondo “un cucciolo è sempre un cucciolo”. Come possiamo spiegargli l’importanza fondamentale di un acquisto sicuro? E’ arduo far arrivare al neofita un chiaro messaggio attraverso il quale possa comprendere che un allevatore qualificato non é un “fanatico” ma un grande appassionato, rispettoso del cane e delle sue esigenze, che ha studiato – letteralmente – come si fa per allevare.

Per il neofita parole come “standard”, “tipicità”, “socializzazione” o “equilibrio” fanno parte di un linguaggio di difficile messa a fuoco. Forse é più facile spiegarsi con un esempio pratico: anni addietro cedetti una mia femmina a dei signori, già proprietari di un maschio che avevano acquistato da un altro allevatore qualificato. Avevano deciso di prendere la femmina da allevatore diverso per “non avere la stessa linea e poter così accoppiare i due soggetti” (virgolettato perché ho riportato esattamente le loro parole). Già all’epoca li misi in guardia sul fatto che non sempre é possibile ottenere il massimo risultato attraverso l’utilizzo dello stallone che si ha in casa con la propria femmina e che, prima di far accoppiare i due soggetti, sarebbe stato necessario sottoporli ad una serie di accertamenti, primo fra tutti l’esenzione displasia, un accurato esame morfologico e una ricerca sul pedigree per comprendere al meglio le caratteristiche morfologiche e caratteriali degli antenati. Offrii loro la possibilità di contattarmi successivamente per aiutarli a scegliere con oculatezza. Passato del tempo, mi ricontattarono, é vero…ma solo per dirmi che erano nati i cuccioli, che avevano quasi 50 giorni e che non erano riusciti a venderne neppure uno. Mi chiesero anche di andarli a vedere.

Al momento della mia visita i cuccioli avevano dunque circa 50 giorni, e con l’occasione potei anche constatare come erano diventati i genitori. Entrambi erano indubbiamente due esemplari tipici e senza difetti da squalifica: denti ok, colore dell’occhio ok, displasia ok, buona la costruzione, equilibrati…ma, come spesso accade, avevano una serie di piccole imperfezioni. Il caso volle che le imperfezioni dei due genitori fossero situate negli stessi punti: così i cuccioli presentavano le stesse imperfezioni dei genitori, ma amplificate.

Tutto questo é più comune di quanto si pensi: qualsiasi cane, anche il più bello del mondo, ha dei difetti; compito dell’allevatore qualificato é accoppiare con oculatezza per ottenere dei soggetti che siano migliori dei genitori. Confrontando inoltre i due pedigree, vidi che entrambi i genitori avevano in comune una linea che proveniva da uno stallone che, nel passato, aveva dato dei figli bellissimi, ma anche nevrili e un po’ diffidenti. L’allevatore qualificato conosce la storia della propria razza e dei soggetti presenti nella genealogia dei propri cani; in alcuni casi ha scelto, per ottenere dei miglioramenti, di utilizzare in riproduzione soggetti “difficili”, ma sempre con oculatezza, per evitare il manifestarsi di caratteristiche indesiderate. In più, nella loro assoluta buona fede, i proprietari avevano sottovalutato la necessità di far socializzare i cuccioli, perché pensavano che “la vista di estranei o la troppa presenza dei familiari avrebbero potuto fargli dei danni”. Così trovai una cucciolata di 50 giorni decisamente schiva, poco propensa a fare amicizia e a giocare. E anche qualche cucciolo molto, troppo, intimorito e diffidente. A tutto questo si aggiunse, a pochi giorni di distanza, una partecipazione molto superficiale da partedel veterinario che, nell’imminenza della vaccinazione, non indirizzò i proprietari verso il corretto protocollo dei controlli che sono assolutamente necessari in questo delicato momento della vita di un cucciolo. Alcuni di quei cuccioli rimasero presso i loro proprietari ancora per molti mesi; mi telefonarono più volte per avere consigli e io feci del mio meglio. Capivo benissimo l’urgenza di sistemare i piccoli, innanzitutto per il benessere dei cuccioli stessi, poi per i proprietari, che non erano certo attrezzati per tenere tutti quei cuccioli…ma non era facile aiutarli. Questi signori fecero del loro meglio per i loro cuccioli, ma purtroppo il loro meglio fu assolutamente insufficiente.

Se fossi stata contattata in tempo utile avrei potuto suggerir loro uno stallone più adatto per quella femmina, il giusto approccio per quanto riguarda la socializzazione, l’alimentazione e le profilassi basilari nei primi due mesi di vita, così come i tempi più adatti per avere una cucciolata e i canali ai quali rivolgersi (sempre in tempo utile) per venderli. Questo é solo uno dei mille motivi per i quali sarebbe bene continuare a mantenere i rapporti con l’allevatore dopo l’acquisto del cucciolo; mille altri potrebbero derivare dalla necessità di avere consigli competenti sulla gestione del cucciolo e sulla sua educazione, sulla sua salute, crescita ed alimentazione o, perché no, sulla sua futura carriera.Il prezzo pagato all’acquisto dovrebbe garantirci anche questo tipo di servizio, che però viene fornito solo dall’allevatore qualificato. Il semplice “commerciante” venderà il cucciolo…e non saprete più nulla di lui: ma forse è meglio così, perché il commerciante non è un appassionato e non avrebbe neppure la competenza necessaria per dare consigli davvero utili.

Possiamo spiegare anche l’importanza del controllo delle malattie genetiche?

Avere un cane é un’esperienza bellissima, anche se indubbiamente impegnativa; avere un cane malato é un’esperienza devastante dal punto di vista emotivo, senza contare le spese, spesso gravose, alle quali si va incontro. Molte malattie che affliggono i cani, di razza e non, hanno una base a trasmissione genetica. In particolare le degenerazioni a carico degli occhi, del cuore e dell’apparato scheletrico. Oggi, attraverso specifici controlli medico veterinari, é possibile scoprire se soggetti, all’apparenza sani, sono affetti da queste problematiche: evitando di utilizzarli in riproduzione si evita la trasmissione diretta di queste malattie. A questi controlli si frappongono, purtroppo, dei grossi ostacoli: intanto questi esami non sonoobbligatori, ma restano una scelta di coscienza dell’allevatore responsabile. Un altro ostacolo é di natura economica: questi esami costano e molte persone preferiscono evitare di farli; un altro ancora é legato alla poca cultura che esiste in proposito, perché moltissime persone non sanno neppure che esistono malattie che hanno una base a trasmissione genetica. La poca cultura sta di casa un po’ dappertutto; le persone che cercano un cucciolo di razza non lo sanno e perciò non richiedono cuccioli figli di genitori testati…o forse lo sanno, ma preferiscono rischiare sulla pelle del loro futuro cucciolo piuttosto che spendere un po’ di più per cuccioli figli di genitori testati. Lo stesse persone che fanno riprodurre i loro cani non sanno di questi problemi…oppure lo sanno ma non vogliono spendere i soldi per fare i test. Inoltre non c’é la matematica garanzia che da genitori testati sani nascano solo figli sani. Un po’ come per noi esseri umani: ci sottoponiamo a mille controlli per essere sicuri d’essere sani, per avere figli sani; alle volte, alcuni bambini di genitori sani nascono con delle malattie. Purtroppo può succedere, e non ci si può proprio fare nulla. Quello di cui siamo certi, però, é che se non facessimo questi controlli avremmo molte più probabilità di avere bimbi malati.

Perché pensa che una persona scelga proprio un Rottweiler? Cosa cerca da un cane di questo tipo?

Vista la pessima fama che la razza ha acquistato in questi ultimi anni, mi capita sempre più spesso di sentire persone che mi dicono che vengono considerate “matte” da amici e parenti quando esprimono l’idea di comprarsi un rott, e spesso i proprietari di rott vengono additati per la strada, quando non insultati, come possessori di belve feroci; la pessima fama che la razza ha tra il pubblico non cinofilo è certamente frutto delle informazioni sensazionalistiche che, negli scorsi anni, hanno dipinto il rott, ma non solo, come un cane che non é. Negli ultimi anni ’90 la razza ha conosciuto un boom di nascite, e questo ha fatto si che persone poco preparate, interessate solo al guadagno derivante dalla vendita dei cuccioli, sfornassero cuccioli senza nessun controllo e li vendessero non importa a chi, l’importante era venderli. Troppo spesso quei cani sono finiti in mani sbagliate, persone che, anche se hanno amato moltissimo il loro cane, non hanno saputo educarlo. Da qui gli incidenti che tutti abbiamo letto sui giornali, anche se spesso, andando a fondo, oltre la notizia sensazionalistica, non erano assolutamente riportate correttamente. Molto spesso si parlava di rott o di altre razze e invece…. Sorpresa! Somigliavanosoltanto alla razza incriminata! Senza contare poi che 5 giorni di prognosi sono quelli che derivano da un taglietto che possiamo farci col coltello… Sull’onda di queste notizie, è nata poi la prima – spernacchiata da tutti i cinofili – e successivamente la seconda Legge Sirchia che in sostanza, nella seconda stesura, non ha fatto altro che confermare una legge di polizia veterinaria in vigore in Italia da quasi 50 anni. Oggi ENTRAMBE le ordinanze sono decadute e dunque tutto il chiasso ha lasciato solo la legislazione precedente in vigore, appunto, da 50 anni.

Le persone che si rivolgono a me per un cucciolodi Rott cercano innanzitutto un compagno con cui condividere tutta la loro vita. Quasi tutti sanno che il Rott é capace di aspettare da solo in casa, anche per ore, il suo proprietario senza fare danni e senza disturbare i vicini…ma quando si rientra a casa non é più possibile che si stacchi dal nostro fianco. Il fatto che il Rott sia anche un cane che fa da deterrente, dando una sicurezza psicologica, quando, di sera, si va in giro in certe città é solo un aspetto secondario della loro scelta. Moltissimi dei cani che ho venduto vivono in appartamento, molti meno in giardino; anzi, pensandoci meglio…nessuno! Quando il giardino c’é, é solo un posto dove il cane trascorre qualche minuto per poi tornare in casa, ai piedi del proprietario. Dormono tutti in casa, dove svolgono al meglio il ruolo di protettori della famiglia; avvisano immediatamente la presenza d’intrusi e non sono neutralizzabili. Moltissimi miei clienti hanno bambini e hanno scoperto quanto possa essere difficile sgridare i figli dopo una marachella con il “loro” rott presente. Ciò implica però anche una grande attenzione quando ci sono gli amici dei figli. Il cane non é in grado di comprendere che le “botte” che si danno i bimbi sono giochi e non aggressioni.

Tutti i proprietari dei miei cani, se vivono molto lontano da me, vengono indirizzati presso centri specializzati per svolgere, insieme al loro cane, un corso puppy di socializzazione e successivamente uno educazione all’obbedienza di base; diversamente, attraverso gli incontri successivi per farmi vedere il cane, un po’ alla volta vengono, essi stessi “educati” ad essere proprietari responsabili, in grado di controllare perfettamente il cane, facendosi rispettare non da dittatori, ma da amatissimi leader. Molto spesso i loro amici – e qualche volta anche i loro familiari – non condividono la loro scelta; poi, col tempo, si ricredono e diventano i migliori amici del loro cane e, molto spesso, loro stessi proprietari di rott!

Il “chi é” del buon proprietario di rott va di pari passo con un allevatore responsabile…e viceversa, perché in allevamento solitamente arrivano persone già discretamente preparate dal punto di vista cinofilo. I miei clienti cercano innanzitutto delle sicurezze: malattie a trasmissione genetica,equilibrio, tipicità, consulenze nell’educazione e per il futuro. Molti di loro non porteranno mai i cuccioli in una gara – e di questo mi dispiaccio moltissimo perché molti di quei cani sono soggetti di grande pregio – né mai li faranno riprodurre, ma desiderano lo stesso un soggetto sano, tipico, equilibrato e di alta qualità. Nei miei incontri con i futuri proprietari non tralascio mai di sottolineare come il cane non avrà mai la possibilità di imparare a pensare come un essere umano; il miglior proprietario, quello che riuscirà ad ottenere la massima intesa con il suo cane, é colui che imparerà il “canese”. Purtroppo non esistono scuole di lingua, in questo senso. Compito di chi alleva responsabilmente é trasmettere il suo bagaglio di esperienze, che fa si che i due possano comprendersi a perfezione.